Dal 10 al 13 aprile il Monte Verità ha ospitato eventi dedicati al confronto della letteratura con lo spazio, l’identità e la memoria. Autori e autrici, artisti e artiste e intellettuali di fama internazionale hanno affrontato e discusso il tema al centro del Festival, la psicogeografia, interrogandosi sul rapporto reciproco tra ambiente e interiorità.

A inaugurare gli Eventi letterari al PalaCinema Locarno è stato il teorico della cultura americano Erik Davis, che ha guidato il pubblico in un viaggio tra controculture, spiritualità, tecnologia e scrittura all’epoca dell’intelligenza artificiale: un inizio visionario tra spazi reali e paesaggi interiori. «Mi interessa capire come i paesaggi plasmano le culture e le culture plasmano i paesaggi», ha spiegato Davis. E Stefano Knuchel ha commentato: «Il mondo che Erik Davis ci mostra è affascinante e visionario: ci si ritrova in un labirinto da cui non si vorrebbe mai più uscire.»
Uno dei momenti più significativi è stato il dialogo tra Peter Zumthor e László F. Földényi sull’architettura come espressione degli stati interiori. Le due celebrità, che da tempo si ammirano a vicenda, si sono incontrate qui per la prima volta di persona, davanti agli spettatori entusiasti. In un dialogo spontaneo ma molto profondo Zumthor e Földényi si sono scambiati più volte il ruolo di presentatore e intervistato, offrendo al pubblico, che ha potuto assistere a questo incontro, un’esperienza destinata a restare unica nel suo genere.
Il Premio Enrico Filippini è stato conferito alla casa editrice Adelphi, di cui si è sottolineato l’impegno editoriale visionario, l’estetica inconfondibile e la concezione del libro come opera d’arte totale. Nel suo encomio Paolo Di Stefano ha lodato Adelphi come una casa editrice che porta nel DNA «la precisione della curatela, l’acribia delle traduzioni e l’avversione per i refusi».
Un momento particolarmente commovente di questa edizione è stato l’omaggio a Fleur Jaeggy. L’attrice Patrycia Ziolkowska ha letto alcune pagine tratte dal long seller di Jaeggy I beati anni del castigo, con l’accompagnamento musicale dell’orchestra Tonhalle Zürich e l’introduzione di Barbara Villiger Heilig, che ha condiviso ricordi personali dei suoi incontri con la riservatissima scrittrice.
Attraverso le riflessioni psicogeografiche di Judith Schalansky, Irene Solà e Nadia Terranova, i paesaggi interiori dell’anima di Scholastique Mukasonga e gli attualissimi interrogativi sulla memoria collettiva, il Festival ha mostrato come la letteratura possa dispiegare nuovi spazi che si estendono molto al di là del visibile. Vanni Santoni ha presentato il suo più recente romanzo, Il detective sonnambulo, un racconto psicogeografico su quattro città, quattro esistenze, e sull’interrogativo se sia l’uomo a guidare la storia o se non avvenga piuttosto il contrario. L’incontro tra il teorico della cultura Diedrich Diederichsen e la curatrice Bice Curiger ha proposto una riflessione su mappe mentali, arte contemporanea e cultura pop, in un dialogo ricco di suggestioni teoriche e visive. A completare il programma si sono succedute poi impressioni acustiche e visive: il balletto in stile Bauhaus al Teatro San Materno, le proiezioni notturne di film muti con accompagnamento musicale dal vivo e gli esperimenti sonori nella natura di Julian Sartorius, in cui l’arte si fonde con il paesaggio e i sensi con il pensiero.
«La letteratura è diventata topografia dell’anima: tra le chiome degli alberi e i paesaggi del pensiero sono nate carte interiori: poetiche, politiche, personali», ha riassunto il direttore artistico Stefan Zweifel. «Autori e autrici, artisti e artiste e intellettuali hanno creato un laboratorio aperto dove riflettere insieme al pubblico, uno spazio in cui celebrare non tanto le risposte, quanto semmai gli interrogativi». La tredicesima edizione del Festival si è presentata dunque come un’opera d’arte totale e interdisciplinare rivolta tanto ai sensi quanto all’intelletto, che ha superato i confini del Ticino. Il presidente del Festival Raphaël Brunschwig trae un bilancio molto positivo: «La risonanza è stata davvero straordinaria: le persone, è evidente, avvertono un forte bisogno di profondità, scambio e incontri autentici». Il Festival ha vissuto di dialoghi tra voci, discipline e mondi interi.
La tredicesima edizione degli Eventi letterari è promossa dall’Associazione Eventi letterari Monte Verità, presieduta da Raphaël Brunschwig. La direzione artistica è affidata a Stefan Zweifel in collaborazione con Stefano Knuchel e Giuliana Altamura. La direzione organizzativa è assicurata da Carmen Werner. Si ringraziano il Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport del Canton Ticino, il Comune di Ascona, l’Organizzazione turistica Lago Maggiore e Valli e il Presenting Partner la Mobiliare. Si ringraziano inoltre le fondazioni culturali e i donatori privati che hanno sostenuto il progetto.
La quattordicesima edizione degli Eventi letterari Monte Verità avrà luogo dal 26 al 29 marzo 2026 ad Ascona e Locarno.
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